Guida ai prestiti per ristrutturazione riservati ai dipendenti pubblici

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Ristrutturare casa costa e non sempre al bisogno di intervenire corrisponde la disponibilità della ‘grana’ che serve per rimettere a nuovo la propria abitazione.

Chi lavora nel settore pubblico, però, ha più chance nell’accesso al credito finalizzato, grazie ai prestiti Inps (ex Indpap) rivolti proprio ai dipendenti statali, che possono ammontare anche a cifre significative chiedibili online.

La procedura è delle più semplici e alla portata di tutti: si fa domanda sul portale web dell’ente previdenziale, che ormai opera quasi esclusivamente da remoto e sempre online si può confezionare il prodotto più confacente al proprio caso, personalizzandolo per importo e durata del piano di rimborso.

In particolare, se si è iscritti alla Gestione delle prestazioni sociali e creditizie, domiciliata presso l’Inps, si può inviare la richiesta di prestito per via telematica utilizzando i modelli ‘ad hoc’ presenti sul sito dedicato.

Per chi

I prestiti ristrutturazione Inps (ex Inpdap) sono prodotti finanziari agili e facili da ottenere, pensati proprio per soddisfare la domanda di liquidità finalizzata alla realizzazione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria o all’apporto di migliorie di vario tipo (strutturali, impiantistiche…) sull’abitazione principale o secondaria di chi opera nell’ambito della pubblica amministrazione.

Se un dipendente pubblico deve mettere mano a qualche lavoro, più o meno intensivo, in casa, sia fuori che dentro, ma non dispone delle risorse necessarie da investire nel progetto di ristrutturazione, può chiedere prestiti Inpdap di varia caratura.

Vediamo meglio insieme di che si tratta.

Dai mini ai maxi

Il pianeta dei prestiti Inps (ex Inpdap) per dipendenti pubblici è molto sfaccettato.

Ne esistono, infatti, di varie ‘taglie’, a partire dai mini-prestiti ex Inpdap per soddisfare la richiesta dei dipendenti statali e di tutti coloro che lavorano nell’ambito della pubblica amministrazione (PA).

Questi finanziamenti possono essere a breve o a lungo termine, in base al piano di ammortamento pattuito in sede contrattuale.

La durata varia, in genere, da un minimo di 48 a un massimo di 122 mesi, rispettivamente per prestiti brevi o medio-lunghi, pluriennali garantiti, anche se in linea di massima chi accende un prestito di questo tipo opta per durate quinquennali o decennali, più comode e in grado di consentire un ‘restyling’ immobiliare a tutto tondo, che richiede solitamente cifre a quattro zeri.

Come si ottengono

Per farsi accordare un prestito per ristrutturazione Inps non basta essere dipendenti pubblici o statali, ma bisogna esserlo da almeno tre anni.

Qualora il richiedente fosse assunto da meno anni, dovrà necessariamente farsi appoggiare da un garante.

In compenso, per ottenere questa tipologia di prestiti non occorre essere ancora in età lavorativa, in quanto anche gli ex dipendenti pubblici in pensione possono farne richiesta.

C’è da dire, però, che questa opportunità viene offerta solo a baby pensionati ‘under 60’, pure se segnalati come cattivi pagatori.

Cosa occorre

Per fare domanda online di prestito ristrutturazione Inps  (ex Indpap) serve presentare la copia di un preventivo di spesa a copertura del progetto di ristrutturazione, oltre ai consueti documenti personali e di reddito.

E’ anche possibile che sia richiesta un’attestazione di proprietà dell’immobile su cui si intende intervenire, nella fattispecie l’atto notarile di compravendita.

Quanto chiedere

Quanto si può ottenere con un prestito per ristrutturazione riservato ai dipendenti pubblici o statali?

E’ un’interrogativo ricorrente, che si pongono coloro che si accingono a chiederne uno, senza avere ancora le idee chiare e senza sapere a cosa vanno incontro nell’imbarcarsi su un’impresa che li terrà responsabilmente impegnati per anni.

Gli importi variano in dipendenza dell’entità dei lavori da eseguire che si dividono in tre gradi: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria e grandi opere.

Si parte dalle semplici rifiniture e tinteggiatura delle stanze per arrivare a interventi più incisivi, tipo il rifacimento del tetto o la modifica dei volumi.

In ogni caso, trattandosi di prestiti finalizzati bisogna rispettare dei paletti nel calcolo delle somme erogabili.

Infatti sono contemplate in questa gamma di prodotti finanziari cifre variabili in media da 10.000 a 100.000 euro, queste ultime spalmabili su piani di rientro di dieci anni.

Per importi inferiori o superiori ci si può orientare su altre soluzioni, come i piccoli prestiti veloci per poche migliaia di euro o i mutui di ristrutturazione che erogano importi più alti soprattutto in presenza di grandi opere da realizzare.

Prestiti ristrutturazione ex Inpdap in 5 o 10 anni

La ‘forchetta’ delle tempistiche relative al rimborso dei prestiti pluriennali per ristrutturazione firmati dall’Inps (ex Inpdap) varia, in genere, dai 5 ai 10 anni.

Cosa cambia?

Sicuramente la mole di lavori da fare.

Nel primo caso si chiede un finanziamento restituibile in 5 anni, che non oltrepassa importi particolarmente considerevoli, ma si ferma sotto una soglia di poche decine di migliaia di euro, spendibili per l’esecuzione di interventi di manutenzione ordinaria, di ottimizzazione degli impianti e posa in opera di opere di eco-efficientamento e lavori di potenziamento dell’energia rinnovabile.

Si incrementa la scala delle priorità con i prestiti pluriennali restituibili in un arco decennale, che contemplano la possibilità di attuare interventi più strutturali che contemplano, fra gli altri, l’esecuzione di interventi di manutenzione straordinaria, restauro conservativo e recupero edilizio della propria abitazione.

Per ottenere questi prestiti non occorre detenere soltanto il titolo di proprietà, ma vale anche quello di usufrutto o locazione.

Per quanto riguarda gli importi, i prestiti ristrutturazione Inpdap rimborsabili in 5 anni non superano, di norma, i 30.000 euro, mentre per i finanziamenti pluriennali è possibile alzare l’asticella della richiesta fino al doppio e oltre, dando al richiedente la possibilità di avviare anche un progetto di grandi opere.

Quando fare la domanda

Se, in veste di dipendenti pubblici, avete intenzione di richiedere un prestito per ristrutturazione, è bene che sappiate che non potete farlo in ogni periodo dell’anno, ma vi sono dei periodi specifici in cui inoltrare domanda.

L’ente, difatti, accetta questo tipo di richieste solo in determinati intervalli annuali, tre in particolare: dal 1° al 10 gennaio, successivamente dal primo al 10 maggio e, per finire, dal 1° al 10 settembre.

Dovrete, pertanto, essere previdenti, nonché pazienti, e non cedere all’istinto di avere tutto e subito, perché in riferimento a questa tipologia di prestiti per ristrutturare casa la modalità di richiesta deve seguire precise regole, anche temporali.

A cadenza trimestrale, inoltre, l’ente dispone una classifica che segnala una sorta di lista meritocratica dei richiedenti in base al reddito, all’anzianità lavorativa e al check creditizio, che se negativo rappresenta un forte deterrente nell’accesso al credito.

Si va, dunque, di trimestre in trimestre per la formulazione delle domanda, ma il consiglio è di muoversi in fretta perché le domande potrebbero essere tante, come di fatto avviene sull’onda dell’appetibilità dell’offerta, e di conseguenza si rischia di restare a boccasciutta.

In tal caso, non resta che attendere altri tre mesi prima di poter riformulare la richiesta, nella speranza che stavolta vada in porto.

Perché conviene?

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